Line6 POD GO, il cuore di Helix nel minimo ingombro

Il Pod Go, nuovo arrivo in casa Line6 è un ottimo salto di qualità rispetto alle serie precedenti, proponendosi come alternativa light ai fratelli maggiori Helix e LT ad un prezzo decisamente più contenuto.

Della fortunata serie Pod sembra migliorare la praticità di utilizzo. Con un display più chiaro e funzionale, switch colorati e dimensioni ridotte, come se una forza misteriosa avesse compresso la qualità sonora di Helix in un solido chassis 36 x 23. Perchè è proprio lo stesso standard Helix che troviamo nelle simulazioni di Pod Go.

E’ inteso che ci sono alcuni compromessi: fisicamente impossibile il numero di connessioni di Helix. In Pod Go troviamo un solo “In” ed un solo Loop effetti, due “Out”, pedale espressione, cuffie, Out amp. Ovviamente presente una presa Usb per connettere l’editor grazie al quale si può comporre e fare backup dei propri suoni o utilizzare il Pod Go come scheda audio.

Rispetto ad Helix non compaiono la porta tipo LAN per la connessione Variax, gli out XLR né le connessioni digitali S/PDIF. Sul fronte switch abbiamo una coppia up e down per scorrere tra i banchi, 4 selettori per attivare il preset e gestire i singoli stomp dello stesso, mode e tap/tuner. I due switch program permettono di attivare anche la funzione snapshot, che consente cambi di impostazioni senza latenza e fastidiosi silenzi all’interno di un brano.

Impressiona positivamente la qualità sonora dei campioni audio ascoltati sul sito Line6 e riguardanti nello specifico il Pod Go. Sentiamo distorsioni, modulazioni e ritardi che aprono un mondo sonoro piuttosto interessante e dinamico. Le quasi 300 simulazioni di ampli, effetti, cabinet, e microfoni permettono di scolpire suoni credibili, utilizzabili in live di tutti i generi. Il Pod Go supporta anche IR provenienti da terze parti.

Tra gli effetti assegnabili anche un looper con 80 secondi di registrazione. Ognuno delle 256 memorie (128 preset + 128 user) consta di wah, volume, quattro effetti, amp/preamp, cab/IR e preset EQ. L’ordine può essere modificato a piacere dall’utente.

Particolare interessante, l’uscita amp può escludere le simulazioni di cabinet inviate ai main out, consentendo di inviare un segnale completo al mixer, ma con un ascolto su ampli. Proprio le simulazioni ampli regalano inattese sorprese, con la possibilità di modificare controlli peculiari dei modelli veri e propri.

In definitiva una buona risorsa per chi cerca la praticità d’uso e di programmazione, dimensioni e costo ridotti , il tutto senza scendere a compromessi sullo standard qualitativo sonoro.

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