Korg lancia il Wave sequencing 2.0

A distanza di 30 anni Korg immette sul mercato l’evoluzione del suo storico Wavestation, pioniere del Wave Sequencing, modalità che ha rivoluzionato lo standard della sintesi negli anni ’90. Il Wavestation rimase in produzione veramente poco, cedendo il passo ai progetti Prophecy, Triton e Oasys. Il suo carattere innovativo risiedeva nella possibilità di suoni multitimbrici dati dalla sovrapposizione di forme d’onda in continua evoluzione. Vediamo quali sono le novità del suo successore.

Il nuovo Wavestate presenta una solida costruzione di plastica ed alluminio, con un design forse un po’ debitore a Waldorf, controlli accessibili e di facile comprensione. Tastiera a 37 tasti e sensibile alla velocity (purtroppo non all’aftertouch).

Progettato dallo stesso team americano che ha seguito Oasys e Kronos, è incredibilmente più potente del suo antenato. Il Wave Sequencing (oramai) tradizionale permetteva di modulare i singoli step di un sample per durata e pitch. Oggi questa modalità è implementata dalla possibiltà di separare il tempo, la sequenza e la melodia, intervenendo e manipolando in una lane tipo sequencer i vari parametri come il numero di step e i punti di partenza e di fine loop, modulando sorgenti quali velocity, LFO, inviluppi, potenziometri Mod e altri controlli.

Una particolarità è il tasto dado che permette di randomizzare in maniera intelligente i parametri di variazione di un sample creando inaspettati e creativi risultati.
Completano la dotazione modulativa le ruote per il controllo del Pitch Bend, della Modulation e un Vector Joystick per garantire un’espressione multidimensionale in ogni momento.

La libreria dei samples ha dimensioni impressionanti e ricchezza sonora veramente variegata. Si può uscire dal tradizionale mondo ambient per cui si è imposto il Wavestation per arrivare anche a risultati molto più aggressivi. I suoni creati sono disponibili su 4 layer in una polifonia a 64 voci stereo, garantita da una propria tecnologia anti aliasing. Non è prevista per ora la possibiltà di importare campioni esterni.

Ogni layer possiede tre slot di effetti dedicati tra cui compressori, equalizzatori, phaser, stereo delay, amp simulator, pedal guitar (con la simulazione di diversi pedali per chitarra), wah ed altri effetti custom già presenti su OASYS. Inoltre un reverbero ed un equalizzatore sono destinati alla main performance generale.

In ultima analisi il Wavestate si afferma come una macchina veramente potente che si colloca felicemente tra innovazione e tradizione. Quelli che hanno amato il Wave Sequencing si muoveranno a proprio agio con la sua versione 2.0, trovando oltre ad alcuni storici samples degli anni 90′ – gli usatissimi pad e sequenze ritmiche – anche una miriade di campioni già utilizzabili senza troppo intervenire.

Moltissime le possibilità per editare e scolpire il proprio suono modificando ogni più piccolo parametro delle forme d’onda. Inoltre le funzioni di randomizzazione garantiscono una spinta creativa veramente notevole. Cuore antico, cervello moderno, costo competitivo, il Wavestate si preannuncia già come un successo ed un must nei nostri setup.

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