Guida all’acquisto di una chitarra acustica

Acquistare una chitarra acustica o chitarra folk era il sogno ed insieme il must per tutti gli aspiranti musicisti della mia generazione. Avevamo tutti delle piccole chitarre classiche prestate da uno zio o trovate nella cantina di un amico, ma dopo un po’ ci andavano strette e volevamo di più.

Se la generazione precedente alla mia aveva come modello i cantautori italiani, con le loro canzoni spesso facili da replicare e ricche di chitarre acustiche, io e i miei coetanei abbiamo vissuto la chitarra acustica come viatico e rito di passaggio obbligato verso la chitarra elettrica. Gli amici più bravi o i maestri (quei pochi che c’erano) ci dicevano che era obbligatorio imparare a suonare quella, prima di passare agli strumenti elettrici che tanto ci piacevano. Ci si faceva metaforicamente le ossa, che poi nella chitarra sono i calli della mano sinistra.

Oggi è opinione comune che un neofita possa iniziare indistintamente con una qualsiasi delle tre chitarre citate. Anche io appoggio questa idea, ma con una precisazionie. Riguarda gli obiettivi: se il principiante è determinato a imparare a suonare un genere specificamente elettrico e solo quello, poniamo ad esempio ad esempio il death metal scandinavo, probabilmente avrà migliori risultati e sarà più motivato acquistando fin da subito una chitarra elettrica. Se viceversa l’idea è quella di orientarsi ad uno studio a tutto tondo del mondo della chitarra, andrà benissimo una acustica. Ma quale scegliere?

Un fattore discriminante è quello delle dimensione corporee. La forma di chitarra folk più diffusa è la cosiddetta dreadnought, una chitarra dalla cassa ampia e dalla grande risonanza. Questa però può risultare troppo grande per un bambino o per una persona di bassa statura, i quali non riuscirebbero con la mano sinistra ad arrivare bene al manico e con la destra ad abbracciare comodamente la cassa. Meglio in questo caso indirizzarsi verso una forma standard, cioè più simile ad una chitarra classica, con il caratterstico design a forma di otto. Un’alternativa ancor più piccola è la cosidetta parlor o parlour, letteralmente chitarra da salotto, oggi considerata ottima scelta come strumento da viaggio.

Un secondo fattore fondamentale è la comodità del manico. Lo studio per un principiante può essere difficoltoso se il manico non è agevole perchè troppo spesso: la sensazione sarà di avere delle corde dure da premere e facilmente ci si può scoraggiare. La sostituzione delle corde con scalature molto sottili o addirittura con corde da chitarra elettrica non è una soluzione efficace, altera il suono e sbilancia la tensione del manico.

Un altro elemento da considerare è la presenza di un sistema di amplificazione (solitamente un pick up piezoelettrico) per connettersi ad un amplificatore. Un tempo questo equipaggiamento era molto costoso in una chitarra acustica, mentre oggi comporta un sovrapprezzo modesto. E’ certamente da valutare se si intende suonare su un palco in breve tempo.

Sarà importantissimo scegliere lo strumento recandosi fisicamente in un negozio. E’ un consiglio che do per tutti gli acquisti musicali, ma nel caso della chitarra acustica questo vale ancor di più. Una chitarra acustica va provata, ascoltata e maneggiata di persona. Se non sapete suonare, qualcuno del personale del negozio potrà provare la chitarra per voi e sicuramente vi darà un consiglio utile. Il legno è materiale vivo e in continuo assestamento, quindi un acquisto di persona vi permetterà di verificare la specifica qualità dello strumento che vi porterete a casa e con cui passerete del tempo. Tenete conto nel vostro budget anche che necessitate di una custodia morbida per trasportare e conservare la chitarra acustica.

Sui modelli specifici vi darò qualche indicazione in un approssimativo ordine di prezzo.

Inizio con il marchio italiano Eko che propone due serie entry level che mi piacciono, la prima è la storica Eko Ranger, presente nel mercato sin dagli anni 60′ e disponibile in diverse colorazioni, con l’opzione del sistema di amplificazione e della spalla mancante (che permette quindi di avere accesso ai tasti più acuti). L’altra è la ben riuscita e più moderna serie One.

Le Epiphone DR100 e Pro-1 invece sono chitarre costruite con cura e materiali di buon livello. Il marchio, legato a Gibson, ha sempre prodotto strumenti con un vincente rapporto qualità/prezzo.

In questa fascia di prezzo anche le prime Ibanez (serie PC e PF) e le acustiche della Cort (AD, AF, alcune anche di dimensioni ridotte).

Per quanto riguarda altri due marchi importanti come Fender e Yamaha occorre salire un po’ di prezzo rispetto ai loro modelli base per trovare degli strumenti interessanti. Per Yamaha sono ben realizzate la Fsx 315, amplificata e dalle dimensione ridotte e la Fx370. Per Fender consiglio invece i modelli CD60S (particolarmente risonante la versione in mogano) e CC60.

Fino a qui ho sugggerito solo marchi molto noti con le loro serie base o comunque entry level. Credo che la loro presenza consolidata nel mercato sia una garanzia di controllo della qualità dei materiali e delle parti meccaniche.

Salendo un po’ di prezzo incontriamo i primi modelli di costruttori che realizzano soltanto (o quasi) chitarre acustiche, come Takamine, Eastman e Sigma. Questi marchi realizzano principalmente strumenti di fascia media e alta di mercato, ma hanno nelle loro serie di primo prezzo strumenti di buon pregio.

Conto di avervi dato qualche buono spunto per entrare nel mondo delle chitarre acustiche. E’ un ambito ricco di suggestioni e soggettività. Approfondendo lo studio e provando tutte le chitarre che vi vengono a tiro, formerete il vostro gusto su forme, legni e suono. Se poi vi dedicherete anche alla chitarra elettrica, comunque periodicamente potreste cercare nell’acustica quella rotondità sonora, quel calore e quella vibrazione sulla pancia che nella chitarra sono la vera gioia del fare musica.

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